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"L'ARIELLA" GRECO DI TUFO DOCG 2024

"L'ARIELLA" GRECO DI TUFO DOCG 2024.
Luciano Ercolino - Vinosia Az.agricole
Annata: 2024
Provenienza: Campania, Atripalda (Av)
18
CHF14,90
Formato 0.75 l. (CHF 19,87/lt.)
cod. S8300
Minerale e fresco

Cosa: Greco in purezza
Perché: Perché è coerente al suo territorio
Perfetto con: Vongole, fritti di mare, risotti delicati

Commercializzato da: Svinando Wine Club via G. Cane 47bis-50 12055 Diano d'Alba (CN) - Italia

"L'ARIELLA" GRECO DI TUFO DOCG 2024

Luciano Ercolino - Vinosia Az.agricole
Annata: 2024
Provenienza: Campania, Atripalda (Av)
CHF 14,90
Formato 0.75 l. (CHF 19,87/lt.)
cod. S8300
Minerale e fresco

Cosa: Greco in purezza
Perché: Perché è coerente al suo territorio
Perfetto con: Vongole, fritti di mare, risotti delicati

Commercializzato da: Svinando Wine Club via G. Cane 47bis-50 12055 Diano d'Alba (CN) - Italia
Le caratteristiche
  • Provenienza Campania
  • Uve greco 100%
  • Sensazioni Colore: giallo paglierino con riflessi dorati. Profumo: netto con sentori di mela verde e fiori di acacia. Gusto: cremoso, minerale e dal carattere aromaticoe inconfondibile.
  • Vinificazione Vendemmia: Raccolte a mano nella seconda decade di Ottobre. Vinificazione: Fermentazione con lieviti selezionati a temperatura controllata. Affinamento: In acciaio per circa tre mesi
  • Gradazione Alcolica 13,5% vol
  • Allergeni Contiene solfiti
Consigli di Degustazione
  • Suggerimenti Conservare in luogo fresco, lontano dalla luce, bottiglia in piedi. Refrigerare al massimo 24h prima dell'apertura. Aprire 5 minuti prima del servizio
  • Temperatura di servizio 10°
  • BicchiereTulipano ampio
  • Quando berlo entro 3 anni
  • Abbinamento menù di pesce al forno, alla griglia
Note sulla produzione
  • Italia

  • Imbottigliato all'origine dalla Cantina Vinosia di Luciano Ercolino- C.da Nocelleto Paternopoli (Av), 83052 Italia

"L'ARIELLA" GRECO DI TUFO DOCG 2024
  • Immagina un grappolo che cresce su rocce piene di zolfo. E' la magia di L’Ariella, Greco di Tufo DOCG firmato Vinosia, nato dove la terra fuma ancora sotto forma di tufo vulcanico. Tra le colline di Santa?Paolina, 550?metri sul livello del mare, le viti affondano radici in calcare friabile e residui sulfurei che gli antichi viticoltori usavano per “affumicare” i grappoli e tener lontano le muffe. Qui l’escursione termica sfiora i 15?°C tra giorno e notte, regalando uve spesse e acidi vibranti. Secondo la leggenda, l'uva Greco arrivò in zona nel 1647: Scipione?di?Marzo, in fuga dalla peste di Napoli, piantò le prime barbatelle a pochi chilometri da queste parcelle, dando il via al mito irpino. La DOCG Greco di Tufo, istituita nel 2003 è limitata a solo otto comuni e impone rese contenute e almeno l’85?% di Greco. Vinosia, nello specifico, adotto Greco in purezza, raccolto a mano verso la seconda decade di ottobre. La densità d’impianto è di circa 3?000 ceppi per ettaro, allevati a guyot per tenere l’uva ben arieggiata. In cantina si lavora all’insegna della precisione: pigiatura soffice, pressatura dei grappoli interi, illimpidimento statico a freddo. La fermentazione avviene con lieviti selezionati a temperatura controllata, seguita da alcuni mesi in acciaio in contatto con i lieviti fini. Nessun uso di legno. L’obiettivo, infatti, è preservare il carattere roccioso del vitigno. Nel bicchiere brilla di un giallo paglierino con lampi dorati. Il naso parte su mela verde e fiori d’acacia, poi si allarga verso pesca bianca, lime e un tocco di mandorla. Il sorso è teso, croccante, con acidità viva che trascina note di pompelmo rosa e pietra bagnata; la chiusura, lunga e sapida, lascia un’eco leggermente cremosa. Sulla tavola dà il meglio con piatti saporiti ma non troppo ricchi. Da provare con spaghetti alle vongole, tempura di calamari o un risotto al limone e gamberi.

    Quando parli di Vinosìa non stai semplicemente citando una cantina irpina: stai evocando l’anima stessa di questo angolo montuoso della Campania. Qui i suoli vulcanici, i boschi di castagno e le forti escursioni termiche danno vita a vini di carattere inconfondibile. Fondata ufficialmente all'inizio degli anni 2000 dai fratelli Mario e Luciano?Ercolino, già noti per aver contribuito al successo di Feudi?di?San?Gregorio, l’azienda nasce dal desiderio di “fare vino a modo nostro”, puntando solo su vitigni autoctoni e su pratiche moderne ma rispettose dell’ambiente.?Il quartier generale è a Paternopoli, nel cuore, a pochi chilometri dal borgo di Luogosano. Qui, su 20?ettari di vigneti arrampicati tra i 380 e i 550?metri sul livello del mare, l’Aglianico regna sovrano accanto a Fiano, Greco e Falanghina. Ma Vinosìa non si ferma all’Irpinia: grazie a parcelle in Salento, gestite in collaborazione con la tenuta Emera, esplora anche il volto mediterraneo di Negroamaro e Primitivo, offrendo così una doppia lettura del Sud Italia, tra altitudine e brezza marina.?La cantina, semi?interrata e disegnata dall’architetto Alessandro?Di?Blasi, sembra scolpita nella collina: soluzione che garantisce temperatura costante, risparmio energetico e un colpo d’occhio che fonde architettura e paesaggio senza forzature. Vinosìa ha fatto della sostenibilità un pilastro della sua attività, grazie all'installazione di pannelli fotovoltaici, al recupero delle acque di lavaggio e a un sistema di coibentazione che taglia circa 60?tonnellate di CO? l’anno. In vigna si prediligono pratiche a basso impatto, con sovesci e minimi trattamenti chimici, mentre in cantina si lavora con lieviti indigeni selezionati in parcella e micro?ossigenazione dolce in barrique di rovere francese, rinnovate con criterio per evitare eccessi di legno.

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