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Cosa: Sangiovese grosso e Cabernet Sauvignon in parti uguali
Perché: Per quando la serata si preannuncia divertente
Perfetto con: Carni rosse e selvaggina
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Cosa: Sangiovese grosso e Cabernet Sauvignon in parti uguali
Perché: Per quando la serata si preannuncia divertente
Perfetto con: Carni rosse e selvaggina
Notes of plums, mulberries, blackcurrants, walnuts and baking spices. It’s medium-to full-bodied with firm tannins. Rich and chalky on the palate with a bright core of fruit and a creamy texture. Flavorful finish. Drink or hold.
Il baccanale era una festività romana, a sfondo propiziatorio, dedicata a Bacco, antica divinità del vino e della vendemmia. Nella tradizione comune, inoltre, Bacco rappresenta il piacere dei sensi e il divertimento. Difficile dunque immaginare un nome più azzeccato di questo per un vino dotato di così grande personalità. Figlio di un taglio di uve Sangiovese, del tipo grosso, quello usato per produrre il Brunello, e Cabernet Sauvignon, vitigno miglioratore per eccellenza. Le due varietà entrano nell’assemblaggio in parti uguali, al 50%. Per la vinificazione, come d’abitudine per la cantina La Lecciaia, si ricorre a tini d’acciaio, con temperature mantenute costantemente sotto controllo per favorire l’estrazione dei profumi migliori. Dopo la vinificazione, invece, per la fase di maturazione si procede in modo differente a seconda della varietà. Il Sangiovese, infatti, riposa per minimo 48 mesi in botti di rovere di Slavonia. Per il Cabernet Sauvignon, invece, il periodo di maturazione è più breve, circa 24 mesi, ma in botti piccole, le classiche barrique di origine francese. Il risultato è un vino piacevolmente complesso e ricco di sfumature, con la frutta rossa e nera in bella evidenza, ben integrata con note di tostatura derivanti dall’affinamento. In bocca si rivela un vino capace di regalare belle soddisfazioni. Ottima scelta quando la serata si preannuncia divertente.
La Lecciaia è un’azienda agricola giovane ma che orgogliosamente opera nel pieno rispetto delle antiche tradizioni del Brunello di Montalcino. Si trova in località Vallafrico, al confine con le più antiche e prestigiose fattorie ilcinesi. La particolare posizione geografica, la struttura del terreno e la bontà del microclima, sono gli ingredienti che hanno convinto Mauro Pacini ad acquistare la tenuta nel 1983, dotandosi fin da subito delle più avanzate tecniche di vinificazione. La tenuta si estende su 60 ettari e comprende boschi e uliveti, oltre ovviamente a 15 ettari di vigneti, di cui oltre la metà iscritti alla produzione di Brunello. Negli ultimi anni la famiglia Pacini ha lanciato un ambizioso piano di sviluppo viticolo, incentrato sulla valorizzazione e diversificazione della tipicità dei suoi terroir da Sangiovese, avviando un piano di micro-zonazione e particellizzazione ragionata. Dunque le vecchie vigne meritevoli vengono identificate e lavorate separatamente. Dove invece è stato necessario re-impiantare nuove viti, si sono scelti cloni diversi di Sangiovese. Ad oggi, dunque, sono circa 10 i cloni coltivati. E ciascuno di questi apporta (o apporterà) il suo contributo nella complessità dei vini della Lecciaia. Ma i progetti non terminano qui. Mauro Pacini e il suo team sono in perenne movimento. Le idee non mancano. Peccato che anche a Montalcino le ore del giorno siano solo 24.
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