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#Intervistando: Bianca Viotti ci racconta Viotti Vini

Come nasce l”Azienda Agricola Viotti Vini?

L’Azienda è di famiglia ed è nata alla fine del 1700. Dopo essersi susseguite varie generazioni, all’età di 24 anni, terminati gli studi universitari presso la Facoltà di Lingue, sono subentrata io. Ad oggi in Azienda seguo il marketing e le vendite su mercato italiano, europeo ed estero.

Che varietà coltivi e che denominazioni ti rappresentano.

La nostra Azienda coltiva Albarossa, Barbera, Brachetto, Cabernet Sauvignon, Cortese, Dolcetto, Moscato. La denominazione che più ci rappresenta è il Piemonte Doc Albarossa, io e mio padre crediamo fortemente in questo vitigno e in questo vino e puntiamo con passione e dedizione alla sua crescita sul mercato. È un vino dalle grandi potenzialità, un vino dotato di carattere e di corpo. Oltre al Piemonte Doc Albarossa, la seconda denominazione che più ci rappresenta è quella del Brachetto. L’Autignan è un vino che appartiene alla storia della nostra famiglia e i suoi vigneti sono stati i primi ad essere coltivati. E’ un vino dotato di fascino, eleganza e sensualità.

Spiegaci come lavorate in vigna e in cantina.

In vigna facciamo utilizzo esclusivo di concimi organici, non utilizziamo diserbanti per il controllo delle erbe infestanti ed infine pratichiamo il sistema di lotta guidata integrata. I lavori vengono ancora eseguiti tutti manualmente, compresa la vendemmia. Cerchiamo di tutelare al massimo l’ambiente. In cantina lavoriamo con estrema serietà e cerchiamo di ridurre al minimo l’utilizzo dei solfiti, inoltre non pastorizziamo il vino.

Quale messaggio vuoi dare con il tuo vino?

Con la serietà, la passione e la dedizione si possono ottenere vini di grande carattere e di alta qualità. La nostra Azienda lavora da sempre nel rispetto dell’ambiente sia in vigna che in cantina, ciò che non vogliamo è uccidere un vino, renderlo privo di vita e di nervo, e far si che questo sia uguale ed identico in tutte le annate. Non deve essere così, il vino è una bevanda viva che esprime il suo vero carattere con il tempo. Il vino va coccolato e va aspettato, solo così sarà in grado di rivelare chi è veramente.

Quanto pensi che il territorio influisca sul vino?

Credo che influisca molto sul vino, proprio perché è il territorio sul quale nasce e cresce a creare in lui quei tratti distintivi che lo rimandano al suo luogo di origine.

Cosa ti lega di più al tuo territorio, e cosa ritrovi di questo nel vino che produci?

Le mie radici e la tradizione vitivinicola della mia famiglia, che amo poter portare avanti. Nel mio vino ritrovo questi tratti distintivi, ritrovo la storia della mia famiglia e quando guardo le mie bottiglie, voglio poter pensare che un giorno ci saranno forse i miei figli a tenere alto il nome della nostra famiglia.

Quali sono i sapori tipici della tua terra che ti piace abbinare di più ai tuoi vini?

Durante le degustazioni con i miei clienti mi piace abbinare una buona robiola di Roccaverano, una buona toma piemontese, un buon salame crudo di Bubbio o un buon filetto baciato.

Un tuo bel ricordo enologico.

Nel 1990 quando abbiamo ripreso a produrre in maniera importante il Brachetto Secco Autignan, aumentandone i quantitativi. Poi nel 2000, in quanto avvenne la prima vinificazione dell’Albarossa.

Il vino: passione solitaria o condivisa?

Il vino è per me una passione condivisa con amici e famiglia… e forse un domani anche con i miei figli. Farei quello che in fin dei conti hanno fatto mio nonno e mio padre con me.

Passioni a parte il vino: cosa ami fare nel tempo libero?

Amo praticare il Pilates, distende mente e corpo… soprattutto quando il lavoro è stato stancante e si ha bisogno di staccare la spina.

Un sogno, un rimpianto e un progetto.

Un sogno, vedere altre generazioni seguire alla mia all’interno dell’Azienda ed inoltre che il Brachetto Secco e l’Albarossa possano diventare vini sempre più conosciuti ed apprezzati. Rimpianti devo dire che fino ad ora non ne ho avuti. Un progetto, costruire una nuova cantina di affinamento… come sogno da tempo!

Un messaggio agli amici di Svinando.

Cito semplicemente una frase del grande Mario Soldati…. “Il vino è la poesia della terra”.

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