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Vino Sagrantino di Montefalco (Montefalco Sagrantino) DOCG

Cosa sapere sul vino dalle origini religiose

Vino Sagrantino di Montefalco (Montefalco Sagrantino) DOCG

L’Umbria è conosciuta per essere il cuore verde dell’Italia, famosa per le sue fitte foreste, le città medievali e la cultura enogastronomica locale, in particolare per i suoi eccellenti vini e per il tartufo. Le colline di Montefalco, nel cuore della regione, costituiscono la zona vitivinicola più ricca e varia di questa regione ed è qui che nasce il vino Sagrantino di Montefalco DOCG, un rosso possente ma allo stesso tempo vellutato, con grande potenziale di invecchiamento.

 

Storia del vitigno Sagrantino

 

Come molti vitigni dalla storia antica, anche il Sagrantino è oggetto di svariate ipotesi circa la sua origine. Tuttavia, si ritiene che questo vitigno fosse coltivato in Umbria già dal Medioevo e venga pertanto considerato oggi un vitigno autoctono della regione. Alcuni attribuiscono l’importazione delle barbatelle di Sagrantino ai frati francescani, che lo avrebbero introdotto in Italia dall’Asia, altri invece ritengono che il vitigno sia originario della Grecia e che sarebbe stato importato dai monaci bizantini.

Indiscutibilmente, quindi, il vino Sagrantino ha un forte legame con le comunità religiose umbre, che lo utilizzavano durante le messe e le celebrazioni ecclesiastiche, ed è proprio da qui che deriva il nome di questo famoso vino. Nonostante un tempo non ci fosse una grande superficie vitata dedicata alla coltivazione di questo vitigno, non c’era un singolo contadino in Umbria che non coltivasse il Sagrantino, da degustare durante le grandi occasioni come la Pasqua e il Natale.

Se le prime testimonianze scritte riguardanti le viti umbre risalgono all’anno 1100, bisognerà aspettare il 1549 per il primo documento ufficiale che cita le uve Sagrantino, periodo in cui i ceti nobiliari usavano imbandire le proprie tavole di vini pregiati, tra cui il Sagrantino di Montefalco, durante i ricevimenti con i personaggi illustri dell’epoca. 

Inizialmente questo vino veniva prodotto solo nella versione Passita, presente ancora oggi; dal 1900 si inizia a vinificare il Sagrantino nella versione secca e, rientrando nello scenario nazionale italiano tra i grandi vini rossi, ottiene il riconoscimento della DOC nel 1979. A seguito del successo riscontrato da questo eccellente vino, sia in Italia che all’estero, il Sagrantino di Montefalco viene elevato a DOCG nel 1992.

 

Sagrantino di Montefalco DOCG: zona di produzione e tipologie

 

vigneti sagrantino montefalco

 

Da uve Sagrantino vinificate in purezza, coltivate nel cuore dell’Umbria, nascono dei vini di grande struttura, caratteristica attribuibile anche alle difese che questo vitigno ha dovuto sviluppare nel suo percorso di adattamento nella regione, per sopravvivere in condizioni climatiche avverse. Secondo il Disciplinare di Produzione, l’area di elezione del vitigno si trova nella zona collinare situata in provincia di Perugia, comprendente il Comune di Montefalco e parte dei Comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo.

I vigneti, coltivati sulle colline ad altezze variabili, beneficiano della differenziazione dei microclimi e delle caratteristiche dei terreni: nell’area sono infatti state individuate ben 4 sottozone dalle diverse peculiarità. Nell’area di elezione del Sagrantino di Montefalco DOCG, il clima è prevalentemente continentale e non mancano i periodi di intense precipitazioni e gelate: è in queste condizioni che il vitigno Sagrantino matura lentamente e sviluppa una buccia più spessa, risultando poi un vino ricco di tannini. È grazie all’esperienza dei viticoltori che la struttura possente di questo vino viene sfumata attraverso lunghi periodi di affinamento in un vino più vellutato ma pur sempre di carattere.

Le tipologie nelle quali è possibile degustare questo grande vino sono due:

  • Montefalco Sagrantino DOCG: vino sottoposto a invecchiamento obbligatorio di 33 mesi, di cui 12 in botti di rovere e un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia di 4 mesi.
  • Montefalco Sagrantino DOCG Passito: i grappoli di uva vengono fatti appassire per due mesi, come da tradizione, su graticci di legno. In seguito, il vino viene sottoposto a invecchiamento per 33 mesi in botti di rovere e per altri 4 mesi in bottiglia.

 

Caratteristiche organolettiche e abbinamenti gastronomici

 

Il Montefalco Sagrantino (o Sagrantino di Montefalco) è un vino potente ed elegante che, quando giovane, assume una colorazione rosso rubino intenso con riflessi violacei, mentre con l’invecchiamento tende al granato. In bocca avvolge il palato con la sua vellutata ampiezza, ricca di spezie delicate e di frutta rossa matura, confermati al naso con eleganza. Gli aromi più caratteristici sono di more di rovo, cuoio e vaniglia, presentando un finale lungo e persistente. In abbinamento lega spontaneamente con i menù di carne, la cacciagione, le grigliate miste, i formaggi stagionati, anche piccanti, e con gli stufati.

La tipologia Montefalco di Sagrantino DOCG Passito è un vino da fine pasto, da accompagnare con della pasticceria secca o con crostate ai frutti rossi, ma riserva grandi piaceri quando degustato da solo, come vino da meditazione, a 16ºC, mentre per la versione secca la temperatura ideale è di 18ºC.

 

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